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domenica 14 aprile 2013

da  LA GAZZETTA DI MODENA

interrogazione di favia a bologna
«Cispadana sulla faglia del sisma: così non va»
“Il progetto dell’autostrada non va, anche alla luce del terremoto, visto e considerato che l’arteria passerà proprio sulla faglia che ha devastato la Bassa”. Lo sottolinea il consigliere regionale...


Il progetto dell’autostrada non va, anche alla luce del terremoto, visto e considerato che l’arteria passerà proprio sulla faglia che ha devastato la Bassa”.
Lo sottolinea il consigliere regionale Giovanni Favia con una interrogazione presentata a Bologna alla giunta regionale. «L’ordinanza del presidente Errani 35 del 20 marzo detta nuovi criteri per la costruzione nelle zone colpite dal sisma - esordisce Favia - Ritengo necessario ampliare l’ordinanza alla nuova autostrada Cispadana, compresa all'interno della nuova cartografia. Infatti l'autostrada si svilupperà 2,5 metri sopra il piano di campagna, prevedendo all’interno del progetto numerosi sottopassi, i quali, in caso di nuova emergenza crollando creerebbero danno ed impedimento».
Il progetto della Cispadana, che è anteriore al 2008, non tiene insomma conto delle nuove conoscenze e della nuova situazione in tema d’antisismica: «È il caso di effettuare una specifica microzonazione, almeno in corrispondenza dell’attraversamento dei paleoalvei del Panaro e del Reno (tutti ricordiamo i fenomeni di liquefazione) - commenta Favia che poi attacca - La Cispadana è già oggi un pessimo investimento sotto tanti punti di vista (aumento dell'inquinamento e problemi alla salute per i cittadini dell'aeree attraversate, perdita rilevante di terreni agricoli e danni ad attività e coltivazioni anche pregiate, vecchia logica trasportistica dell’attraversamento su gomma), adesso con il sisma del 2012 si apre un’altra serie di problemi legati alla sicurezza e durata del manufatto che, se affrontati correttamente, porteranno altri aumenti di costi e allungamenti nei tempi. La Giunta dovrebbe seguire la volontà dei cittadini, ritirando quest’opera inutile, investendo i fondi risparmiati nella ricostruzione e potenziando gli investimenti veramente produttivi per mettere in sicurezza l'intero territorio».
Come noto, a Roma sono state inoltrate numerose osservazioni al progetto, che non ha tenuto nemmeno conto di quanto concordato con i sindaci per attutire le proteste di cittadini, associazioni e comitati.

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