25-04-2013 ---- Fonte MODENA QUI -----
Riprese video in Consiglio:
Novi
tentenna sui giornalisti ....... Devono o non devono sottostare al
regolamento?
NOVI - Fa discutere il nuovo
regolamento per le registrazioni video delle sedute di Consiglio
comunale a Novi.
Il documento, com’è noto, è stato approvato l’11 aprile scorso: tutto era partito da un odg della lista ‘Uniti per Novi, Rovereto e Sant’Antonio’ in nome della trasparenza e della partecipazione che così com’era fu bocciato, per essere sostituito da un documento della maggioranza poi approvato all’unanimità.
Il principio è lodevole, visto che all’articolo 2 si sancisce che «il Comune di Novi, ispirandosi ai principi di obiettività dell’informazione e di pluralismo informativo, assume idonee iniziative per favorire e promuovere la pubblicità dei lavori del Consiglio comunale, con l’unico scopo di favorire la partecipazione dei cittadini all’attività politico-amministrativa dell’ente».
Il problema, come abbiamo detto ieri, è l’articolo 6, laddove per le registrazioni si precisa che «è vietata la diffusione parziale, finalizzata ad alterare i singoli interventi.
Ciascuno di esso deve essere registrato e diffuso integralmente».
Un punto che, così com’è, sancisce la morte del giornalismo, perché nessun tg potrà mai trasmettere integralmente interventi di Consiglio.
Allora sorge la domanda: a chi viene applicato il regolamento? E’ chiaro a tutti che le restrizioni possono valere per le registrazioni amatoriali ma non per quelle giornalistiche? Il capogruppo di ‘Uniti per Novi’ Roberto Guerra non ha dubbi: «Il regolamento non si applica ai giornalisti muniti di tesserino, per i quali valgono le disposizioni dell’Authority, che già impediscono l’alterazione degli interventi nell’ambito del diritto di cronaca.
L’ente locale non può certo prevalere su disposizioni nazionali: il regolamento serve solo per gli altri cittadini».
Più guardingo il sindaco Luisa Turci, che specifica che «il regolamento non è finalizzato al giornalismo», ma spiega che, nel caso una tv intenda effettuare riprese «bisogna presentare come stabilito domanda al presidente del Consiglio, lui sente i capigruppo e comunica la decisione nel rispetto del regolamento».
Ma qui c’è un’intima contraddizione: se un giornalista deve sottostare al regolamento, sottostà a un documento che in partenza non permette di fare lavoro giornalistico perché prevede la diffusione integrale degli interventi.
Si adegua a qualcosa che lo blocca: non può accadere e soprattutto non era certo a questo che si pensava quando si è proposto il regolamento: non imbrigliare la comunicazione ma dare nuove occasioni.
Eppure si tentenna su discorso giornalistico: «Bisogna sottoporre la questione al segretario comunale, per capire se i punti del regolamento si possono variare per i giornalisti», osserva l’assessore Gianni Palermo, facendo però capire di essere per un’apertura.
Le intenzioni sono tutte buone, e ne prendiamo atto, però ci sarebbe piaciuto sentire dall’amministrazione una risposta semplice e chiara come quella di Guerra: il regolamento non vale per i giornalisti, perché la loro attività è tutelata dalla Costituzione.
Il documento, com’è noto, è stato approvato l’11 aprile scorso: tutto era partito da un odg della lista ‘Uniti per Novi, Rovereto e Sant’Antonio’ in nome della trasparenza e della partecipazione che così com’era fu bocciato, per essere sostituito da un documento della maggioranza poi approvato all’unanimità.
Il principio è lodevole, visto che all’articolo 2 si sancisce che «il Comune di Novi, ispirandosi ai principi di obiettività dell’informazione e di pluralismo informativo, assume idonee iniziative per favorire e promuovere la pubblicità dei lavori del Consiglio comunale, con l’unico scopo di favorire la partecipazione dei cittadini all’attività politico-amministrativa dell’ente».
Il problema, come abbiamo detto ieri, è l’articolo 6, laddove per le registrazioni si precisa che «è vietata la diffusione parziale, finalizzata ad alterare i singoli interventi.
Ciascuno di esso deve essere registrato e diffuso integralmente».
Un punto che, così com’è, sancisce la morte del giornalismo, perché nessun tg potrà mai trasmettere integralmente interventi di Consiglio.
Allora sorge la domanda: a chi viene applicato il regolamento? E’ chiaro a tutti che le restrizioni possono valere per le registrazioni amatoriali ma non per quelle giornalistiche? Il capogruppo di ‘Uniti per Novi’ Roberto Guerra non ha dubbi: «Il regolamento non si applica ai giornalisti muniti di tesserino, per i quali valgono le disposizioni dell’Authority, che già impediscono l’alterazione degli interventi nell’ambito del diritto di cronaca.
L’ente locale non può certo prevalere su disposizioni nazionali: il regolamento serve solo per gli altri cittadini».
Più guardingo il sindaco Luisa Turci, che specifica che «il regolamento non è finalizzato al giornalismo», ma spiega che, nel caso una tv intenda effettuare riprese «bisogna presentare come stabilito domanda al presidente del Consiglio, lui sente i capigruppo e comunica la decisione nel rispetto del regolamento».
Ma qui c’è un’intima contraddizione: se un giornalista deve sottostare al regolamento, sottostà a un documento che in partenza non permette di fare lavoro giornalistico perché prevede la diffusione integrale degli interventi.
Si adegua a qualcosa che lo blocca: non può accadere e soprattutto non era certo a questo che si pensava quando si è proposto il regolamento: non imbrigliare la comunicazione ma dare nuove occasioni.
Eppure si tentenna su discorso giornalistico: «Bisogna sottoporre la questione al segretario comunale, per capire se i punti del regolamento si possono variare per i giornalisti», osserva l’assessore Gianni Palermo, facendo però capire di essere per un’apertura.
Le intenzioni sono tutte buone, e ne prendiamo atto, però ci sarebbe piaciuto sentire dall’amministrazione una risposta semplice e chiara come quella di Guerra: il regolamento non vale per i giornalisti, perché la loro attività è tutelata dalla Costituzione.
Daniele Montanari
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