Una tesi in
architettura ripensa la Rovereto ferita
Novi. Natascia Cavalieri si è laureata
al Politecnico di Milano con un progetto che punta al recupero del
centro storico nella frazione danneggiata dal sisma .
NOVI. Il recupero del centro storico di Rovereto, dilaniato dalla
ferocia del sisma che ha provocato anche la morte del parroco don
Ivan Martini, morto per trarre in salvo la statua mariana, potrebbe
partire dalla tesi in architettura di una studentessa modenese,
Natascia Cavalieri. Natascia ha conseguito la laurea magistrale al
Politecnico di Milano, polo di Mantova, con il massimo dei voti e ha
sviluppato, con il professor Vittorio Longheu, un tema che sta a
cuore alla frazione ferita. Per fare questo, Cavalieri ha preso
contatto con la giunta, in particolare con il vicesindaco e
l'assessore alla cultura, ed ora si sta organizzando una riunione
pubblica a Rovereto per illustrare il suo progetto: «Architettura
per parti mancanti dei vuoti urbani causati dal terremoto a Rovereto
sulla Secchia». Il lavoro della studentessa è partito da due punti
di vista: l'analisi della gestione degli eventi sismici succedutisi
in Italia dal Belice, nel 1968, fino all'Aquila, nel 2009, passando
per Friuli e Umbria e Marche e da una ricerca storica sull'abitato di
Rovereto. Poi Natascia ha analizzato Rovereto dal punto di vista
morfologico, come presupposto del progetto. La storia, spiega la
tesi, non è solo una lettura di eventi, ma l'individuazione degli
elementi del territorio. Per Rovereto il nodo importante è
l'arginello che divideva due ambiti. Su questo asse era stata
costruita la chiesa crollata, che testimoniava la volontà di unità
dei due luoghi. La chiesa è il centro di questo sistema, ed intorno
alla chiesa di Santa Caterina si raggruppano gli elementi che danno
vita all'agglomerato urbano. Natascia Cavalieri è dunque partita da
questa idea di ricostruzione dell'asse che collega l'asse del fiume
con il territorio. Nella struttura del paese, prima del terremoto, si
era già persa in gran parte la lettura storica che quindi viene
ripristinata, realizzando una centralità spaziale e di memoria, che
diventa tema importante che riconduce all'origine dell'insediamento.
Dunque viene immaginata una piazza lunga, imperniata sull'asse
dell'argine, con chiesa, biblioteca e scuola di musica, più uno
spazio recintato a cielo aperto di tipo commemorativo, una sorta di
memoriale del terremoto. Questo sistema lineare, realizzato su una
piattaforma rialzata, si interseca con la ricostruzione del sagrato
della chiesa, la canonica, la sala riunione per la chiesa, bar,
cinema teatro, sale parrocchiali, uno spazio più intimo che ricorda
i sistemi delle corti.
Fonte LA GAZZETTA di MODENA
NOTA: Noi pensiamo che vista la situazione delle inagibilità delle case cioè circa il 50% .... ci sia da rivedere non solo la piazza o il centro storico; ma tutto il centro abitato e non solo quello di Rovereto ma anche quello di S. Antonio e Novi . La RICOSTRUZIONE và condivisa non solo a parole ma anche nei fatti; abbiamo ritirato il nostro OdG solo per proporne uno più completo e speriamo..... CONDIVISO da tutti. Nel nostro programma si parla democrazia condivisa, di scelte partecipate E NOI siamo coerenti e RISPETTIAMO sia il programma che il patto con gli elettori e simpatizzanti. Arrivederci al prossimo consiglio comunale partecipate numerosi .